LA DIAGNOSI
 La valutazione dello stress ossidativo viene  svolta attraverso 3 STEPS, differenti a seconda delle  diverse esigenze cliniche del paziente e complementari tra loro.
 La valutazione dello stress ossidativo viene  svolta attraverso 3 STEPS, differenti a seconda delle  diverse esigenze cliniche del paziente e complementari tra loro.
IL  PRIMO  STEP   comprende, oltre ad una valutazione anamnestica e clinica anche un  esame  ematochimico effettuato in ambulatorio  mediante l’utilizzo del FOTOMETRO  F.R.E.E.
Questo esame è in grado, mediante l’analisi di campioni ematici ottenuti da  plasma venoso, di determinare sia la quantità plasmatica totale di Radicali  Acidi Liberi (d-ROMS test) che la quantità dei di Gruppi  Tiolici e l’entità della Barriera Antiossidante(T-BAR). 
Con questi tre parametri sarà possibile valutare, in prima istanza, sia  l’entità dello stress ossidativo che la capacità antiossidante dell’organismo.
Potranno essere presi in considerazione, a seconda dei singoli casi, anche  altri eventuali parametri ematochimici con test eseguibili esternamente.  
Essi   potranno essere :
Marcatori tumorali:
Marcatori Immunologici:
Assetto glucidico e lipidico:
Il  SECONDO  STEP  DI ANALISI  prevede  un  ulteriore approfondimento che verrà eseguito attraverso  la collaborazione  nei Centri di Analisi Ematochimica collegati in service con il SynLab®  o  OxiGen Lab®  di Brescia 
Esso prevede il dosaggio plasmatico di:
MEDICINA PREDITTIVA – NUTRIGENOMICA 
IL TERZO STEP di ANALISI prevede l’esame strutturale del DNA  attraverso lo studio di specifici siti  situati nel nostro genoma (DNA)  denominati SNIPs. 
Tale esame è del tutto indolore  e si esegue prelevando con una  spatolina un campione di saliva nell’interno della mucosa della gota oppure  mediante il prelievo di un campione ematico.
Il materiale verrà analizzato dagli specialisti della  SYNLAB©, oppure della OXI.GEN LAB ©, i quali provvederanno ad inviare al medico  stesso sia i referti relativi agli esiti che le tutte le valutazioni.
VALUTAZIONE DEL  DNA OXIGEN ® DNATEST 
L’esame di  laboratorio per la VALUTAZIONE DEI PROCESSI CELLULARI si basa sull’analisi di  selezionati marcatori biochimici e di polimorfismi genetici, localizzati su  geni specifici, associati ad un aumentato rischio di squilibrio delle  condizioni fisiologiche e quindi all’insorgenza di patologie. 
La  determinazione del profilo di rischio individuale è finalizzata al mantenimento  / raggiungimento dello stato di benessere, al trattamento personalizzato ed  alla prevenzione precoce di molte malattie. 
I  polimorfismi (SNPs: single nucleotide polymorphism)  genetici analizzati in questo test sono stati selezionati attentamente secondo  la loro importanza clinica e la loro capacità di essere influenzati da stile di  vita, dieta, farmaci, fattori ambientali e misure di prevenzione. 
E’ importante  sottolineare che la presenza o l’assenza di una variazione genica (SNP)  POTREBBE AVERE SIA BENEFICI CHE ESSERE ASSOCIATO A RISCHIO. 
I risultati  (GENOTIPO) sono riportati per la presenza o l’assenza di un determinato SNP nei  due alleli (forme alternative in cui si può presentare un gene, ereditato uno  per ogni genitore). 
SNP forma NORMALE (riportato in  letteratura): Nessuno degli alleli porta lo SNP 
SNP forma ETEROZIGOTE: Un allele  porta lo SNP 
SNP forma OMOZIGOTE: Entrambi  gli alleli portano lo SNP
PROCESSI CELLULARI ANALIZZATI: 
1 - OSSIDAZIONE
Che cos’è: xenobiotici di  derivazione ambientale e/o alimentare e radicali liberi sono in grado di  danneggiare cellule, tessuti e molecole, talora inducendo effetti mutageni.  L’organismo possiede la capacità di neutralizzare sia gli xenobiotici ad opera  di enzimi detossificanti (CYP1A1 e 2, GSTT1 e GSTM1) sia i radicali liberi ad  opera di enzimi intracellulari (Superossido-dismutasi, SOD e Catalasi, CAT),  con azione antiossidante 
Complicanze o patologie correlate:  un eccesso di produzione o un accumulo di xenobiotici, così come di radicali  liberi, è associato alla promozione di patologie croniche degenerative  (malattie infiammatorie cronico-evolutive, cancro) 
Accertamenti eseguiti: 
Test genetici:  GSTM1, GSTT1, SOD e CAT 
Test  biochimici: D-Rom, BAP (barriera antiossidante totale), 8-OH deossiguanosina  (indice di danno ossidativo al DNA) 
2 - GLICAZIONE
Che cos’è: è un processo  cellulare in cui proteine, DNA e lipidi reagiscono con glucosio e fruttosio,  senza l’intervento di enzimi. Questo processo porta a modificazioni nelle  molecole glicate che possono avere conseguenze sull’integrità dei tessuti. 
Complicanze e patologie correlate:  una glicazione in eccesso o protratta nel tempo rappresenta un cofattore di  rilievo nella promozione e nel mantenimento di: 
- processi di invecchiamento 
- retinopatia diabetica, 
- nefropatia diabetica 
- neuro e cardiopatie 
- cancro 
Accertamenti  eseguiti: 
Test genetici: ACE e PAI 
Test biochimici: emoglobina  glicosilata 
3 - METILAZIONE
Che cos’è: l’acido folico non  essendo sintetizzato dall’organismo, deve essere introdotto con  l’alimentazione, inoltre è in parte sintetizzato dalla flora batterica  intestinale. L’acido folico svolge funzioni molto importanti quali : partecipa  alla sintesi proteica (in particolare dell’emoglobina), regola i livelli  circolanti dell’aminoacido omocisteina e svolge un’azione protettiva contro il  cancro 
Complicanze e patologie correlate:  anemia, patologie cardiovascolari, cancro 
Accertamenti eseguiti: 
Test genetici:  MTHFR 
Test  biochimici: omocisteina plasmatica 
4 - INFIAMMAZIONE
Che cos’è: è considerato un  processo metabolico ad andamento acuto, subacuto o cronico che promuove danni  ai tessuti mediante una discreta gamma di meccanismi molto diversi fra loro ma  che sovente agiscono in sinergia. 
Complicanze e patologie correlate:  arteriopatie acute e croniche, cancro, malattie autoimmuni 
Accertamenti eseguiti: 
Test genetici:  FGB 
Test  biochimici: Proteina C reattiva, Fibrinogeno, TNF 
5 - COAGULAZIONE
Che cos’è: il processo  emocoagulativo interviene non solo nell’emostasi ma riveste anche un ruolo  importante nella promozione e nel mantenimento dei processi infiammatori e  trombo-embolici 
Complicanze e patologie correlate:  malattie cardiovascolari, tromboembolismi 
Accertamenti eseguiti: 
Test genetici:  FII, FV, FXIII, HPA1 
6 - DISLIPIDEMIE
Che cos’è: disturbi metabolici  dovuti a disordini alimentari e/o comportamentali 
Complicanze e patologie correlate:  malattie cardiovascolari 
Accertamenti eseguiti: 
Test genetici:  apoB, apoE 
Test  biochimici: colesterolo,
VALUTAZIONE PROCESSI CELLULARI DNA:  risultati dei test genetici
Analisi: 
Ossidazione: GSTM1, GSTT1, SOD, CAT 
Glicazione: ACE, PAI 
Metilazione: MTHFR (2 mutazioni) 
Infiammazione: FGB 
Coagulazione: FII, FV, FXIII, HPA1 
Dislipidemie: APO E, APOB
1 - OSSIDAZIONE 
Il processo di detossificazione  comporta la trasformazione e la eliminazione di sostanze chimiche (xenobiotici)  potenzialmente tossiche per il nostro organismo, che possono essere introdotte  con i cibi o attraverso l'esposizione ad agenti inquinanti. In particolare le  ammine aromatiche sono composti xenobiotici la cui capacità di indurre tumori è  stata dimostrata da numerosi presenti nella letteratura scientifica. Le ammine  aromatiche si producono principalmente durante la cottura ad alta temperatura  delle carni e del pesce, oltre che trovarsi nel condensato del fumo di tabacco.  Il processo di detossificazione è operato in una prima fase da enzimi (CYP1A1 e  CYP1A2) che convertono le ammine in composti intermedi in grado di reagire con  il DNA esercitando un effetto mutageno. Questi composti vengono ulteriormente  trasformati nella seconda nella fase del processo altri enzimi (in particolare  GSTT1, GSTM1) con formazione di prodotti di detossificazione che vengono poi  eliminati dal nostro organismo. 
Molto importante diventa anche  avere una buona difesa antiossidante contro sostanze ossidanti (radicali  liberi), sostanze altamente reattive derivate dall'ossigeno molecolare che  possono danneggiare il DNA, le proteine, i carboidrati ed i lipidi alterando i  processi metabolici che danno origine all’insorgenza dello stress ossidativo.  Il nostro organismo è in grado di contrastare lo stress ossidativo attraverso 
l'azione di enzimi specifici, in  grado di trasformare i radicali liberi in molecole inerti che vengono in seguito  eliminate. Questo processo viene svolto principalmente dagli enzimi superossido  dismutasi (SOD2), e catalasi (CAT) che, attraverso una sequenza di reazioni  biochimiche, trasformano i radicali liberi in ossigeno e acqua. L' attività di  questi enzimi può variare per la presenza di polimorfismi a livello dei geni da  cui sono codificati. La conoscenza della costituzione genetica individuale può  quindi fornire la base su cui modulare il proprio regime alimentare per  minimizzare il rischio dovuto all'ingestione di questi composti. 
2 - GLICAZIONE 
La glicazione è un processo cellulare in  cui le proteine, il DNA e i lipidi subiscono una reazione chimica con il  glucosio o il fruttosio senza l’intervento di particolari enzimi. La glicazione  e' un processo molto frequente ed ha conseguenze molto importanti sulla salute  in quanto modifica la forma e le proprietà delle proteine e dei grassi dei  tessuti. Un’eccessiva glicazione, infatti, è una fra le principali cause di  invecchiamento e contribuisce all’insorgere di retinopatia diabetica,  nefropatia diabetica, neuropatie diabetiche, cardiopatie, cancro e diabete  stesso. L’associazione tra iperglicemia e complicanze vascolari nel diabete  sembra sia dovuta alla formazione ed accumulo irreversibile di prodotti di  glicosilazione (o glicazione) non enzimatica di lipidi e proteine, attraverso  cui si formano addotti intermedi e avanzati chiamati collettivamente Advanced Glycation Endproducts (AGEs).  Questi AGEs sono presenti in elevate quantità nello spazio extracellulare e in  prossimità delle cellule della parete vasale contribuendo così allo sviluppo  della patologia aterosclerotica associata al diabete. 
3 – METILAZIONE 
L'acido folico (folato o vitamina  B9) non è prodotto dall'organismo umano, ma viene assunto attraverso gli  alimenti e attraverso la sintesi effettuata dalla flora batterica intestinale.  La vitamina B9 è essenziale per la sintesi del DNA e delle proteine e per la  formazione dell'emoglobina. Una corretta introduzione dietetica di acido folico  contribuisce anche a prevenire altre situazioni di rischio per la salute, ad  esempio regolando i livelli ematici dell'aminoacido omocisteina, la cui  concentrazione risulta associata al rischio di sviluppare malattie  cardiovascolari. Inoltre il coinvolgimento dei folati nei processi  proliferativi ne determina un ruolo importante nella prevenzione delle  patologie tumorali. I folati agiscono come cofattori di enzimi coinvolti nella  sintesi del DNA e RNA insieme alla vitamina B12 e giocano un ruolo importante  nel ciclo della metilazione. Un enzima chiave di questo ciclo è la  5-Metilen-tetraidrofolato reduttasi (MTHFR) che, se presente nella sua variante  mutata, può portare all’accumulo di omocisteina nel sangue. 
4 – INFIAMMAZIONE   
La concentrazione plasmatica di  fibrinogeno aumenta, in parallelo alla sua velocità di sintesi, nella fase  acuta di vari stimoli flogistici (infiammatori). I livelli di fibrinogeno nel  plasma subiscono anche un'influenza genetica ed il loro aumento è associato ad  un rialzo del rischio cardiovascolare. Più fibrinogeno in circolo significa  infatti una maggiore tendenza del sangue a coagulare, e viceversa. 
Valori cronicamente elevati di  fibrinogeno sono associati ad un maggior rischio cardiovascolare (aumentata  suscettibilità a malattie come trombosi, ictus, malattie coronariche, angina  pectoris ed infarto). I suoi livelli, insieme alle cosiddette proteine di fase  acuta (come la proteina C reattiva) aumentano durante processi infiammatori di  qualsiasi origine. 
Il fattore di necrosi tumorale  (TNF) è una citochina coinvolta nella infiammazione sistemica e appartiene al  gruppo delle citochine della fase acuta. Il principale ruolo del TNF consiste  nella partecipazione alla regolazione delle cellule immunitarie. Le sue  concentrazioni in eccesso sono pertanto indicative di un'attivazione  infiammatoria in atto.  
6 – DISLIPIDEMIE   
Le dislipidemie sono comunemente  considerate dei disturbi metabolici dovuti a disordini alimentari e/o  comportamentali in grado di causare un aumento del rischio cardiovascolare.  Esistono forme ereditarie che condizionano la manifestazione della malattia,  indipendentemente da fattori esterni, e forme più comuni, nelle quali le  malattia si manifesta solo in concomitanza a fattori esterni, come l'eccessiva  assunzione di grassi dalla dieta, o la complicanza di una patologia  (dislipidemie secondarie). L'ipercolesterolemia (elevato tasso di colesterolo  nel sangue) ad esempio, può essere il risultato di un aumentata conversione  delle lipoproteine VLDL in LDL, oppure di un difetto nella rimozione di  quest'ultime. 
1 – OSSIDAZIONE 
Dall’ analisi  del Suo DNA è emersa la presenza di variazioni geniche in eterozigosi in uno  dei geni analizzati e l’assenza di un gene con capacità di eliminare i prodotti  della detossificazione cellulare. 
Ciò significa  che Lei presenta una capacità antiossidante e  di detossificazione moderatamente diminuita rispetto alle  persone che non presentano queste variazioni geniche. 
Attualmente la  valutazione del Suo stato di stress ossidativo (vedi referto allegato) ha dato  un risultato suggestivo di presenza ad un LIVELLO ALTO, con un elevato valore  di danno ossidativo al DNA (indice di insulto ossidativo non recente),  aggravato da uno stato di fortissima CARENZA della barriera antiossidante  totale. 
Si suggerisce,  oltre a seguire una dieta ricca di frutta e verdura, di assumere supplementi  nutrizionali per aumentare i livelli degli antiossidanti e di sottoporsi,  eventualmente, ad un esame specifico per individuare quali componenti siano  maggiormente carenti. 
2 – GLICAZIONE 
Dall’analisi  genetica del Suo DNA è emersa la presenza delle variazioni geniche nel gene ACE e nel gene PAI 1 che potrebbero essere  correlate all’insorgenza di insulina resistenza. 
Attualmente il  valore di emoglobina glicosilata (un indice del processo di glicazione avvenuto  negli ultimi mesi a livello dei suoi eritrociti) è nella norma. Per un  controllo del suo stato di glicosilazione Le consigliamo periodici  accertamenti. 
Dal punto di  vista alimentare si consiglia di diminuire il consumo di cibi molto cotti,  soprattutto fritti e cucinati ai ferri perché questo tipo di trattamento può  dare origine ad una glicazione esogena delle proteine, carboidrati e grassi  presenti negli alimenti.  
3 – METILAZIONE 
Dall’analisi  genetica del Suo DNA è emersa la presenza di entrambe le variazioni geniche in  eterozigosi nel gene MTHFR. Tale variante comporta un aumento nel sangue dei  livelli di omocisteina, aminoacido che se presente in eccesso nel circolo  sanguigno porta ad un rischio aumentato di sviluppare malattie vascolari  indipendentemente dai fattori predisponenti. 
Pertanto, le  consigliamo di sottoporsi periodicamente alla determinazione dell’omocisteina  (che attualmente è nella norma) per tenerne controllato l’andamento. 
E’ possibile  assumere acido folico attraverso l’alimentazione consumando adeguate quantità  di frutta (arance) e verdura a foglia verde (broccoli, piselli, spinaci e  lattuga), mentre la vitamina B6 si trova nel pesce, pollame, carni magre,  banane prugne, cereali integrali ecc. La vitamina B12 è possibile assumerla  attraverso il consumo di Frutti di mare, latte, carne e prodotti  caseari.  
4 – INFIAMMAZIONE 
Dall’ analisi  genetica del Suo DNA è emersa la presenza della variazione nel gene del  fibrinogeno, in eterozigosi. Ciò significa che il polimorfismo riscontrato  (variazione genica) che predispone ad uno stato pro-infiammatorio o  all’insorgenza di malattie (quali malattie cardiovascolari, ipercolesterolemia,  iperomocisteinemia), risulta essere presente su una copia del filamento del  DNA, mentre sull’altro filamento il gene è “normale” (WT). 
A questo si  associa, attualmente, un profilo infiammatorio (valutato con i test biochimici:  PCR, TNF e fibrinogeno) normale, condizione che va comunque tenuta sotto  controllo periodico.  
5 – COAGULAZIONE 
Dall’analisi  genetica del Suo DNA è emersa la presenza di una variazione genica in  eterozigosi, che può predisporre all’insorgenza di malattie quali malattie  cardiovascolari, ipercolesterolemia, iperomocisteinemia. 
Per la  prevenzione di problemi cardiovascolari si consiglia un buon apporto di omega 3  attraverso la dieta. Gli omega 3 sono dei grassi polinsaturi che sono in grado  di modificare la tendenza delle piastrine ad aggregare; ciò si traduce in una  riduzione del rischio di formazione di trombi. In base agli studi scientifici  effettuati in vitro e in vivo, gli omega 3 intervengono in molteplici  meccanismi, responsabili del processo di aterosclerosi, della diminuzione della  pressione arteriosa, dell'effetto antiaritmico, ipocolesterolemizzante e  ipotrigliceridemizzante.  
6 – DISLIPIDEMIE 
Dall’analisi  genetica del Suo DNA è emersa la presenza dell’allele E3 in omozigosi nel gene  APOE. Si consiglia pertanto una periodica valutazione del livello di  colesterolo (attualmente moderatamente superiore alla norma) e del suo profilo  degli acidi grassi plasmatici, di seguire uno stile di vita salutare (con  particolare attenzione alla dieta ed evitando il fumo di sigaretta), riducendo  in questo modo i possibili fattori di rischio ambientali che contribuiscono  all’insorgenza di malattie, quali quelle cardiovascolari.
La dieta deve  comportare il consumo di alimenti poco grassi, il consumo di tè verde  (inibitore dell’enzima HMG-Coa-reduttasi che controlla la sintesi del  colesterolo nel fegato), la diminuzione del consumo di caffè (che aumenta i  livelli di colesterolo nel sangue) e lo svolgimento, nell’arco della giornata,  di un’attività fisica aerobica.